Operazione Market Garden… noi siamo Matt Baker con un unico obiettivo: penetrare con le forze alleate nei Paesi Bassi per colpire al cuore la produzione bellica tedesca; sembra facile, ma tutto non è ciò che sembra.
Nel panorama dei giochi sparatutto in prima persona (FPS), la serie di Brothers in Arms è sempre stata atipica dato che la casa sviluppatrice del gioco (la Gearbox Software) punta sul realismo generale e sul tatticismo degli spostamenti, al contrario degli altri che puntano sulla spettacolarità della guerra. In Brothers in Arms: Hell’s Highway, infatti, ogni singolo passo va fatto con cautela e astuzia dato che una mossa avventata potrebbe condurre noi e la nostra squadra a morte certa.
La nostra squadra… già, dato che potremo comandare una o due squadre (dal numero dei membri e dalle abilità variabili in base alle missioni) sul campo di battaglia evitando di correre rischi inutili. L’unico modo di muoversi in sicurezza è tenere occupati i nemici con il fuoco di soppressione fino a quando l’icona sulle loro teste da rossa diventa grigia. A questo punto si può aggirare il nemico (grazie a rapide e complesse tattiche) e portare a termine i nostri obiettivi.
La nostra responsabilità nei confronti dei membri della squadra è molto alta dato che, come detto prima, basta un singolo gesto sbagliato tramite l’uso del mouse per esporre i nostri soldati al fuoco nemico senza possibilità di salvezza.
Tuttavia questo sistema di controllo risulterà un po’ complicato agli inizi, ma dopo averci preso confidenza si otterranno dei risultati egregi grazie anche all’eccellente intelligenza artificiale dei nostri compagni.
Da dire che le squadre non sono tutte uguali e quindi bisognerà sfruttare le qualità e abilità del singolo individuo; per esempio le squadre di assalto sono equipaggiate con armi a corto raggio, le squadre di soppressione sono utilissime per eliminare i nemici a distanza e quelle equipaggiate con MG o bazooka possono devastare le file avversarie grazie alla loro potenza di fuoco.
Come nei capitoli precedenti il gioco è gestito da un set di icone molto chiare.
In determinate posizioni, per esempio, è possibile ordinare alla propria squadra di lanciare granate o di distruggere obiettivi precisi; il sistema di dare ordini è molto semplice e preciso e l’ordine è attivabile con la pressione del tasto destro del mouse. Ciò è più che positivo dato che molte volte si è costretti a richiamare e a riposizionare la proprie squadre.
Una della grandi novità di questo titolo è la possibilità di trovare riparo dagli attacchi nemici dietro molti oggetti dello scenario, con opportunità di movimento quasi infinite.
Si può modificare la propria tattica all’ultimo momento ed in corsa per sfruttare al meglio un riparo prima inaccessibile o per approfittare della postazione abbandonata dai nemici in fuga; ma non è tutto rose e fiori, dato che starsene nascosti non sempre è una scelta vincente dato che ogni punto di copertura resiste in modo diverso dagli altri (un muretto è spesso sinonimo di salvezza, ma non le staccionate o altri oggetti costruiti con materiali meno resistenti ^^).
Durante la battaglia è bene cercare di carpire da subito i punti più sicuri onde evitare di far stare sotto il fuoco nemico la nostra squadra (quando la situazione lo richiede, però, i nostri subalterni si sposteranno autonomamente per trovare riparo o per attaccare).
Tecnicamente il gioco si pone su buoni livelli con una cura meticolosa dei particolari, la fisica regala delle soddisfazioni in slow motion, con i corpi dei nemici catapultati in aria a seguito dello scoppio di una granata.
Uno dei lati negativi del gioco è la difficoltà con cui si muore a livello normal data la velocità con cui si ricarica la barra della salute quando ci ripariamo (e i posti per riparasi sono davvero tanti… ^^), così mentre la nostra squadra muore per un piccolo nostro stupido errore, il nostro personaggio continuerà a girare indisturbato per il campo di battaglia senza mai morire (o quasi ^^). A peggiorare la situazione ci si mette anche l’intelligenza artificiale di nemici che in situazioni normali risulta ottima, ma quando si rompono gli schemi più ricorrenti di gioco è incapace di organizzarsi (capiterà che i nazisti non ci vedano anche se siamo a due passi da loro).
Nonostante i difetti il gioco riesce a colpire e ad emozionare grazie anche ad una trama cinematografica e molti tocchi di classe.
PS: l'operazione Market Garden è realmente esistita ed è stata ideata da generale britannico Montgomery; l' operazione serviva agli allaeati per controllare i ponti sul Reno, sulla Mosa e sul Waal. Dopo il successo iniziale, però, la missione si rivelò un fallimento che causò la morte di quasi 8.000 soldati britannici. Dopo questa disfatta gli inglesi si misero a completa disposizione dell’avanzata statunitense.
Nel panorama dei giochi sparatutto in prima persona (FPS), la serie di Brothers in Arms è sempre stata atipica dato che la casa sviluppatrice del gioco (la Gearbox Software) punta sul realismo generale e sul tatticismo degli spostamenti, al contrario degli altri che puntano sulla spettacolarità della guerra. In Brothers in Arms: Hell’s Highway, infatti, ogni singolo passo va fatto con cautela e astuzia dato che una mossa avventata potrebbe condurre noi e la nostra squadra a morte certa.
La nostra squadra… già, dato che potremo comandare una o due squadre (dal numero dei membri e dalle abilità variabili in base alle missioni) sul campo di battaglia evitando di correre rischi inutili. L’unico modo di muoversi in sicurezza è tenere occupati i nemici con il fuoco di soppressione fino a quando l’icona sulle loro teste da rossa diventa grigia. A questo punto si può aggirare il nemico (grazie a rapide e complesse tattiche) e portare a termine i nostri obiettivi.
La nostra responsabilità nei confronti dei membri della squadra è molto alta dato che, come detto prima, basta un singolo gesto sbagliato tramite l’uso del mouse per esporre i nostri soldati al fuoco nemico senza possibilità di salvezza.
Tuttavia questo sistema di controllo risulterà un po’ complicato agli inizi, ma dopo averci preso confidenza si otterranno dei risultati egregi grazie anche all’eccellente intelligenza artificiale dei nostri compagni.
Da dire che le squadre non sono tutte uguali e quindi bisognerà sfruttare le qualità e abilità del singolo individuo; per esempio le squadre di assalto sono equipaggiate con armi a corto raggio, le squadre di soppressione sono utilissime per eliminare i nemici a distanza e quelle equipaggiate con MG o bazooka possono devastare le file avversarie grazie alla loro potenza di fuoco.
Come nei capitoli precedenti il gioco è gestito da un set di icone molto chiare.
In determinate posizioni, per esempio, è possibile ordinare alla propria squadra di lanciare granate o di distruggere obiettivi precisi; il sistema di dare ordini è molto semplice e preciso e l’ordine è attivabile con la pressione del tasto destro del mouse. Ciò è più che positivo dato che molte volte si è costretti a richiamare e a riposizionare la proprie squadre.
Una della grandi novità di questo titolo è la possibilità di trovare riparo dagli attacchi nemici dietro molti oggetti dello scenario, con opportunità di movimento quasi infinite.
Si può modificare la propria tattica all’ultimo momento ed in corsa per sfruttare al meglio un riparo prima inaccessibile o per approfittare della postazione abbandonata dai nemici in fuga; ma non è tutto rose e fiori, dato che starsene nascosti non sempre è una scelta vincente dato che ogni punto di copertura resiste in modo diverso dagli altri (un muretto è spesso sinonimo di salvezza, ma non le staccionate o altri oggetti costruiti con materiali meno resistenti ^^).
Durante la battaglia è bene cercare di carpire da subito i punti più sicuri onde evitare di far stare sotto il fuoco nemico la nostra squadra (quando la situazione lo richiede, però, i nostri subalterni si sposteranno autonomamente per trovare riparo o per attaccare).
Tecnicamente il gioco si pone su buoni livelli con una cura meticolosa dei particolari, la fisica regala delle soddisfazioni in slow motion, con i corpi dei nemici catapultati in aria a seguito dello scoppio di una granata.
Uno dei lati negativi del gioco è la difficoltà con cui si muore a livello normal data la velocità con cui si ricarica la barra della salute quando ci ripariamo (e i posti per riparasi sono davvero tanti… ^^), così mentre la nostra squadra muore per un piccolo nostro stupido errore, il nostro personaggio continuerà a girare indisturbato per il campo di battaglia senza mai morire (o quasi ^^). A peggiorare la situazione ci si mette anche l’intelligenza artificiale di nemici che in situazioni normali risulta ottima, ma quando si rompono gli schemi più ricorrenti di gioco è incapace di organizzarsi (capiterà che i nazisti non ci vedano anche se siamo a due passi da loro).
Nonostante i difetti il gioco riesce a colpire e ad emozionare grazie anche ad una trama cinematografica e molti tocchi di classe.
PS: l'operazione Market Garden è realmente esistita ed è stata ideata da generale britannico Montgomery; l' operazione serviva agli allaeati per controllare i ponti sul Reno, sulla Mosa e sul Waal. Dopo il successo iniziale, però, la missione si rivelò un fallimento che causò la morte di quasi 8.000 soldati britannici. Dopo questa disfatta gli inglesi si misero a completa disposizione dell’avanzata statunitense.
info: rivista "Win Magazine GIOCHI" novembre 2008
screens: IGN.com
Nessun commento:
Posta un commento