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lunedì 25 maggio 2009

Bully – Scolarship Edition

I giochi di Rockstar Games fanno sempre discutere, anche al di fuori dei circuiti specializzati. I vari capitoli di Grand Theft Auto, per esempio, sono approdati agli onori delle cronache su quotidiani e telegiornali, a causa delle controverse tematiche rappresentate. Non fa eccezione Bully, che al suo esordio su PlayStation 2 (nel 2006)
fu accolto in maniera non certo positiva dalla stampa generalista. E non solo in Italia, dove le polemiche sul bullismo scolastico vanno avanti da tempo, ma anche in altri paesi, come gli Stati Uniti e, soprattutto, il Brasile, dove addirittura sono state
scomodate le autorità. Può sembrare strano che un gioco classificato 16+ dal sistema PEGI e dove non si ammazza nessuno sia al centro di tante attenzioni, ma probabilmente
l’ambientazione ha contribuito a farlo finire sotto i riflettori. In ogni caso, dopo mille vicissitudini, le autorità brasiliane decisero di non permetterne la commercializzazione, mentre negli USA, il giudice della Florida Ronald Friedman concluse la causa intentata
contro Rockstar Games dal procuratore Jack Thompson autorizzandone la distribuzione e sottolineando: “Nonostante non voglia che i miei figli giochino a Bully, non trovo in esso nulla di strano o differente da ciò che si può vedere in tv ogni notte”. Per
andare sul sicuro almeno nella vecchia Europa, Rockstar cambiò nome al gioco, che nella sua incarnazione per PS2 fu chiamato Canis Canem Edit (locuzione latina che significa “cane mangia cane”).
Con un certo ritardo, è ora disponibile la versione PC,,XboX 360 e Wii ribattezzata Bully – Scolarship Edition, che include alcune migliorie rispetto all’originale. Lo schema di gioco di Bully è simile a quello di uno degli ultimi Grand Theft Auto: un mondo aperto da esplorare
liberamente e in cui affrontare una serie di bizzarre missioni. Al posto delle gang di varie etnie che caratterizzano GTA, i gruppetti sono ispirati all’atmosfera liceale: non
mancano i “fighetti” figli di papà, i secchioni e nemmeno i prepotenti, ovviamente incompatibili gli uni con gli altri. Il protagonista si troverà a dover interagire con tutti, attirandosi di volta in volta le simpatie di qualcuno e – di conseguenza – l’odio di altri.
I poliziotti sono sostituiti dai tutor, che impazziranno nel cercare di mantenere l’ordine nell’istituto BullyWorth Academy. Dovranno sedare le risse, acciuffare i mariuoli
che salteranno le lezioni per andare a combinare guai, nonché controllare che qualche furbetto non si aggiri nei corridoi scassinando le serrature degli armadietti dei compagni, alla ricerca di oggetti di valore. In realtà, definire il protagonista un bullo è errato: si tratta di uno studente difficile, non c’è dubbio, ma sotto il profilo etico, non è
poi tanto mal messo. Nelle prime fasi di Bully lo vedremo difendere i secchioni dai prepotenti e aiutare le ragazze, per fare un esempio.
Man mano che si procede nel gioco, si ha accesso a un maggior numero di oggetti (fionde, bombolette puzzolenti, petardi, eccetera) e mezzi di locomozione (inizialmente unoskateboard, ma poi arriveranno anche bicicletta e go-kart), e secondo le missioni affrontate e i rapporti con i vari gruppi, si capisce quali siano le fazioni amiche e quelle che, invece, cercheranno di pestarci a vista.
Bully è, quindi, un GTA in miniatura.
Se nella più nota saga di Rockstar ci si muove in enormi città, qui l’azione si svolge in un’area a misura di adolescente, cioè il college e i suoi dintorni. Anche i temi hanno subito lo stesso trattamento e in Bully è facile notare la medesima vena dissacrante
che caratterizza il “fratello maggiore”, con la differenza che non si canzona più la società intera, ma ci si concentra sul micro-universo scolastico. Se Tommy Vercetti, per recuperare energia, andava al fast food o caricava una prostituta, in Bully il protagonista si rifornirà presso i distributori automatici di bibite o dovrà fare un regalo a
una studentessa, che in cambio gli elargirà un bacio. Invece che in prigione, quando saremo colti sul fatto verremo portati al cospetto del rettore dell’istituto, o in classe, a seguire le lezioni che, in certi casi, possono rivelarsi anche molto utili: applicarsi
in chimica significherà apprendere le nozioni necessarie a realizzare dei potenti petardi in camera.
Ci si diverte molto e chi ama lo stile Rockstar non dovrebbe farsi scappare questo Bully – Scolarship Edition: non manca nulla dello stile, della cura per il dettaglio e del feroce umorismo che hanno da sempre caratterizzato i giochi più “maturi” del noto team.
Il problema di Bully è solo il pessimo tempismo con cui è stato lanciato: su PC arriva dopo due anni rispetto a PlayStation 2 (per scusarsi del ritardo, però, i programmatori hanno inserito otto nuove missioni e qualche miglioria grafica ^__^). Soprattutto, esce a ridosso dell’atteso GTA IV, che si gode (e merita) le luci della ribalta.

IMPARARE L’EDUCAZIONE
Il carattere irruento del protagonista lo porterà subito a scontrarsi con varie persone, che si tratti di tutor rompiscatole, secchioni o bulletti vari. Fortunatamente, quando si è giovani è piuttosto facile rimediare a questi errori: andate dalla persona con cui avete litigato e fate pace per appianare qualsiasi dissapore.
Attenzione, però: nella maggior parte dei casi, la gente vorrà qualcosa in cambio, solitamente denaro.

MAI SALTARE LE LEZIONI
Bully – Scolarship Edition vanta una struttura aperta e vi permetterà di girare a piacere
per l’area di gioco, affrontando le missioni nell’ordine che preferite. Gli unici punti fermi
saranno le lezioni: a certi orari, infatti, dovrete fare in modo di trovarvi in classe. In caso di ritardo, dovrete fare attenzione ai tutor, che vi inseguiranno sino a che non vi avranno acciuffato (o avrete fatto perdere le vostre tracce).

PER IL MEGLIO?
Il motore grafico di Bully – Scolarship Edition è stato aggiornato con il supporto all’alta
risoluzione e sono stati migliorati gli shader, ma la base di partenza resta l’incarnazione per PlayStation 2, console che ormai ha fatto il suo tempo. Stilisticamente, è difficile muovergli critiche, ma chi è abituato alla mole di poligoni mossa dai giochi recenti, potrebbe rimanere un po’ deluso. Il sistema di controllo tramite mouse e tastiera, inoltre, non fa gridare al miracolo. È funzionale, ma la disposizione dei tasti e i tempi di risposta non ottimali lo relegano a un gradino inferiore rispetto ad altri lavori di Rockstar, come le incarnazioni PC dei vari GTA (che sotto questo profilo erano inattaccabili). Fortunatamente, ci sono otto nuove missioni, ma non basteranno queste
piccole modifiche per convincere chi ha già finito Canis Canem Edit a rigiocare la Scolarship Edition.

MINIGIOCHI PER TUTTI
Nel corso delle peripezie che vi troverete a vivere in Bully – Scolarship Edition, si potranno approcciare numerosi minigiochi, alcuni dei quali decisamente simpatici. La maggior parte di essi rappresenteranno le lezioni: esibitevi in una sorta di “Simon” per imparare i fondamenti della chimica, o dilettatevi con una specie di “Scarabeo” per migliorare le vostre abilità linguistiche.


Ecco i punti a favore di Bully – Scolarship Edition...:
- Irriverente e sarcastico
- Cura per i particolari
- 8 nuove missioni rispetto alla versione PS2

... e i punti a sfavore:
- Motore grafico obsoleto
- Sistema di controllo migliorabile
- È uscito troppo tardi





info: rivista "Giochi per il mio Computer"
screens: IGN

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